Agricoltura biologica, una scelta consapevole

La mia è un’azienda biologica. Come sapete, nel mio limoneto si producono solo limoni biologici. Questo significa che tutto avviene secondo Natura, nel totale rispetto delle piante, della terra e dell’ambiente. La scelta di fare agricoltura biologica è una scelta ben precisa, che sento molto e che nasce da una serie di valutazioni che, in questo articolo, voglio condividere con voi.

L’agricoltura intensiva ha permesso l’aumento dei raccolti ma ha anche introdotto diversi problemi ambientali. La perdita della fertilità dei suoli, l’inquinamento delle falde e delle acque superficiali, l’aumento dei consumi energetici, la perdita della biodiversità sono fenomeni davanti ai quali chi, come me, ama la terra, ne riconosce il valore e la funzione vitale  non può non chiedersi cosa fare per contrastarli.

Fare la mia parte: questo è il motivo principale che mi ha spinto a convertire il limoneto di nonno Vincenzo da agricoltura convenzionale a biologica.  

Ma cos’è l’agricoltura biologica e quali vantaggi offre? Quali la sua definizione e il suo significato? A quale agricoltura si contrappone l’agricoltura biologica? E in cosa differisce dall’agricoltura tradizionale? La differenza tra i due tipi di approccio risiede essenzialmente nel fatto che il metodo di coltivazione biologico esclude l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi (fertilizzanti, diserbanti, insetticidi) per la concimazione dei terreni e per la lotta ai parassiti e alle erbe infestanti. 

Limone bio o non bio: questo è il dilemma!

L’ agricoltura biologica ha sviluppato pratiche di produzione responsabili del nostro pianeta ed è regolata da precise normative. Ciò che che vi garantisce di trovarvi davanti ad un prodotto biologico che rispecchia i Regolamenti Comunitari vigenti 2018/848 relativi alle pratiche di coltivazione biologica è, in primis, l’etichettatura del prodotto o la fascetta di accompagnamento: entrambe devono contenere indicazioni specifiche, in merito alla produzione biologica, ovvero nome e indirizzo dell’operatore/proprietario e del venditore del prodotto; nome del prodotto, logo europeo e il Numero di codice attribuito dallo Stato all’organismo di controllo del biologico che ha effettuato le proprie verifiche sul produttore. Esiste, però, un modo per riconoscere un frutto di produzione biologica in modo semplice e autonomo. Quale? Semplice: osservarne l’aspetto! 

Ma come facciamo ad individuare al primo sguardo un limone bio, ovvero un limone proveniente da agricoltura biologica, come quelli prodotti nella mia azienda? Di seguito alcuni suggerimenti utili.

Anzitutto accertiamoci che sia sodo e non troppo lucido, ovvero che sia immune da cere e altre sostanze di sintesi “abbellenti”. Ricordate che un limone biologico si differenzia da uno trattato, di forma regolare e senza nessuna imperfezione, proprio per il suo aspetto grezzo e imperfetto. Difficilmente, infatti,  troverete un limone biologico assolutamente privo di difetti visibili, proprio perché per raggiungere elevati standard estetici il produttore non può prescindere dall’utilizzo smodato di prodotti chimici, per annientare i parassiti e, insieme a loro, qualsiasi organismo che faccia parte dell’equilibrio biologico dell’ecosistema dell’azienda agricola. 

Il ”segreto”, insomma, è nella buccia che nei frutti ottenuti da colture biologiche è apparentemente rugosa e per questo, ad un’analisi superficiale, considerata poco invitante al momento dell’acquisto. Eppure una buccia imperfetta ci garantisce la massima sicurezza in termini di commestibilità. In poche parole, la buccia di un limone biologico è del tutto edibile. Che cosa vuol dire buccia edibile? Vuol dire che potete mangiarla tranquillamente restando immuni da fungicidi, pesticidi o di cere chimiche, usati invece solitamente nei limoni trattati per garantirgli più longevità a discapito della nostra salute. 

Iolanda